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sabato 24 febbraio 2024
Putin fa gli occhi dolci all’Italia e Salvini li chiude su Navalny
lunedì 19 febbraio 2024
Fine Vita: in Italia continua ad essere un diritto senza una legge
venerdì 16 febbraio 2024
"Meno ricci e più cozze per tutti!" |
Emiliano, il salvatore dei ricci di mare: "Ho battuto
Meloni e Calderoli da solo"
BARI - Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano
si è scatenato in una serie di dichiarazioni trionfali dopo la sentenza della
Corte Costituzionale che ha confermato il blocco triennale della pesca dei
ricci di mare in Puglia, previsto dalla legge regionale n. 6 del 2023. La
Consulta ha respinto il ricorso del governo Meloni, che riteneva la norma in
contrasto con la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela
ambientale.
"Gli uffici regionali e i Ministeri mi avevano
scoraggiato tutti dal resistere davanti alla Corte Costituzionale a un ricorso
del Governo Meloni che tutti giudicavano fondato - ha dichiarato Emiliano -. E
invece, io e il consigliere regionale Paolo Pagliaro, ispiratore della legge,
col quale l'avevo proposta, abbiamo deciso di resistere all'impugnativa del
Governo ad ogni costo e abbiamo avuto ragione. Anche grazie al grande lavoro
della Avvocatura Regionale guidata dall'avv. Rossana Lanza che ci ha rappresentato
in questa vicenda insieme all'avvocato Carmela Capobianco. La Corte ha statuito
per la prima volta un principio rivoluzionario, e cioè che le Regioni hanno il
diritto/dovere di proteggere il mare e le sue risorse nella zona di loro
competenza. Una strepitosa vittoria contro Calderoli, Ministro firmatario della
impugnativa e contro il Consiglio dei Ministri di Giorgia Meloni che ci voleva
negare il diritto di proteggere dall'estinzione i ricci di mare. Battersi per
una giusta causa è sempre necessario, anche quando la vittoria è incerta o
apparentemente impossibile. Chi non lotta infatti ha già perso".
Emiliano ha poi aggiunto: "Sono orgoglioso di essere il
salvatore dei ricci di mare, una specie minacciata dal sovra-sfruttamento e dal
degrado ambientale. I ricci di mare sono una risorsa preziosa per la nostra
economia e per la nostra cultura, e meritano di essere tutelati e valorizzati.
Non mi sono lasciato intimidire dalle pressioni del governo centrale, che
voleva imporre una visione miope e distruttiva del rapporto tra uomo e natura.
Ho difeso con coraggio e determinazione gli interessi della Puglia e dei
pugliesi, che amano il loro mare e le sue creature. Ho dimostrato ancora una
volta di essere un leader capace e indipendente, che non si piega alle logiche
di partito e alle alleanze di convenienza. Ho battuto Meloni e Calderoli da
solo, senza bisogno di nessun aiuto. Sono il presidente di tutti i pugliesi, e
anche dei ricci di mare".
Inutile dire che si sono scatenatati i cori e gli applausi a sinistra, fischi e pernacchie a destra.
giovedì 8 febbraio 2024
Sanità, Rapporto Svimez-Save the Children: Aumenta il Divario Nord-Sud
L’ultimo rapporto presentato dalla
Svimez in collaborazione con “Save the Children” ha un titolo emblematico: “Un Paese, due
cure. I divari Nord – Sud nel diritto alla salute”. Il Report ha
messo in luce i dati preoccupanti sulla sanità in Italia e ci consegna
l’ennesima foto di Paese a due velocità su spesa sanitaria, assistenza, servizi
di prevenzione e mobilità sanitaria. Un
divario tra Nord e Sud del paese che continua ad aumentare, mettendo a rischio
il diritto alla salute dei cittadini.
Viaggi
della Speranza
I cosiddetti “viaggi della
speranza” sono diventati sempre più frequenti, con i cittadini del Sud che si
recano al Nord per ricevere cure mediche. Questo fenomeno è dovuto alla
mancanza di servizi di prevenzione e cura adeguati al Sud, dove la spesa pubblica
sanitaria è minore e le distanze da percorrere per ricevere assistenza sono
maggiori, soprattutto per le patologie più gravi.
Aspettativa
di Vita Inferiore al Sud
L’aspettativa di vita al Sud è
inferiore rispetto al Nord. Questo è dovuto alle peggiori condizioni sanitarie
e alla mortalità per tumori più elevata. La situazione è particolarmente grave
in Puglia, dove i servizi di prevenzione e mobilità sanitaria sono carenti.
Meno
LEA al Sud
Le Liste di Esercizio Attivo (LEA),
che indicano i servizi e le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è
tenuto a garantire a tutti i cittadini, sono meno presenti al Sud. Questo
significa che i cittadini del Sud hanno meno accesso ai servizi sanitari
rispetto a quelli del Nord.
E per la Puglia: due bocciature
Il rapporto Svimez evidenzia un
crescente divario sanitario tra il Nord e il Sud dell’Italia, con la Puglia che
risulta particolarmente penalizzata. Nonostante la regione risulti adempiente
sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la spesa sanitaria pro capite è
inferiore alla media nazionale (1978 euro contro 2140 euro) e i servizi di
prevenzione e mobilità sanitaria sono carenti.
I pugliesi tendono a cercare cure
al Nord, a causa delle lunghe liste d’attesa e della mancanza di fiducia nel
sistema sanitario locale. Inoltre, la promessa di costruire un rapporto
virtuoso con le eccellenze private non è stata mantenuta, con alcuni esami che
richiedono mesi o anni di attesa.
L’aspettativa di vita in Puglia è
più bassa di oltre un anno rispetto alle regioni del Nord. Anche se la Puglia
risulta adempiente sui LEA, è notevolmente indietro rispetto a regioni con pari
popolazione, come l’Emilia Romagna. Ad esempio, l’indice di fuga per la cura
del tumore alla mammella in Puglia raggiunge il 17%, contro l’8%
dell’Emilia-Romagna.
Inoltre, gli adeguamenti
tariffari per l’assistenza agli anziani non autosufficienti sono stati fatti
nelle regioni del Nord e non in Puglia, dove le aziende che svolgono un
servizio pubblico essenziale rischiano il collasso.
Il rapporto Svimez suggerisce che
la situazione potrebbe peggiorare con l’autonomia differenziata. La Puglia ha
bisogno di una decisa svolta per garantire ai suoi cittadini un accesso equo e
di qualità ai servizi sanitari.
Cosa
Bisogna Fare?
Per risolvere questa situazione, è
necessario aumentare la spesa sanitaria e cambiare i parametri per la
ripartizione tra le regioni. Il criterio di assegnazione deve essere basato
sulle condizioni in cui versano i vari territori, aiutando quelli con maggiori
disagi.
La Regione Puglia sta facendo tutto
il possibile nonostante le ridotte risorse rispetto alle altre regioni con gli
stessi parametri. Tuttavia, la promessa di costruire un rapporto virtuoso con
le eccellenze private è stata tradita: alcuni esami è impossibile farli senza
attendere mesi o anni.
In conclusione, è fondamentale che
il governo italiano prenda seriamente in considerazione queste questioni e
lavori per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a cure mediche di
alta qualità, indipendentemente da dove vivono. In questo contesto la nuova riforma
sulla autonomia differenziata, senza la definizione dei Livelli essenziali
delle prestazioni, avrà come conseguenza quella di amplificare questa
frammentazione e aumentare il divario già esistente del diritto alla salute tra
Nord e Sud.
La salute è un diritto
fondamentale, e non dovrebbe dipendere dalla regione in cui si vive.
mercoledì 7 febbraio 2024
TRENTINO: NON C'E' ANCORA PACE PER GLI ORSI
L’orso M 90 si era avvicinato troppo a una coppia di escursionisti ed era già stato definito "pericoloso". Durissime le proteste degli ambientalisti. Critico anche il ministro dell'Ambiente
Nelle scorse settimane, l’orso M 90 aveva destato forte preoccupazione in Trentino, avvicinandosi troppo a una coppia di fidanzati intenti a fare una escursione su di una strada forestale in Val di Sole. In precedenza, erano state segnalate numerose sue incursioni in alcuni centri abitati. Così, ieri 6 febbraio, il Presidente del Trentino Fugatti non ha esitato a firmare subito l’ordinanza di abbattimento, scatenando una serie di polemiche.
Le proteste degli ambientalisti, delle associazioni animaliste e
della parlamentare Michela Vittoria Brambilla, da sempre strenua sostenitrice dei diritti degli animali, sono state immediate e durissime.
Anche il Ministro dell’Ambiente ha espresso critiche, invitando a trovare
soluzioni e misure alternative all’abbattimento. Le associazioni animaliste
sostengono che l’abbattimento non dovrebbe essere la soluzione. Invece, si
dovrebbero esplorare altre opzioni, come il miglioramento delle misure di
sicurezza nei centri abitati e l’educazione del pubblico sulla convivenza pacifica
con la fauna selvatica.
La coesistenza tra uomo e animali
selvatici richiede un’informazione capillare. L’orso, per sua natura, ha
bisogno di ampi habitat naturali, quindi garantirne la sopravvivenza significa
garantire la buona salute di un territorio. Ciò che molte voci critiche trovano
dissonante è il tentativo di fare coesistere progetti di ripopolamento dei
grandi carnivori (come in Trentino) e poi la pretesa che gli orsi non si
comportino da orsi.
La questione è complessa e non
esiste una soluzione univoca. È necessario un approccio equilibrato che tenga
conto sia della sicurezza delle persone sia della conservazione della fauna
selvatica. Potrebbe essere utile investire in misure preventive, come
recinzioni elettrificate, sistemi di allarme e programmi di educazione
pubblica. Allo stesso tempo, è fondamentale lavorare per la conservazione degli
habitat naturali e per la creazione di corridoi ecologici che permettano agli
orsi di spostarsi senza entrare in conflitto con le attività umane.
In conclusione, la questione
richiede un equilibrio delicato tra la sicurezza umana e la conservazione della
fauna selvatica. È necessario un dialogo costruttivo per trovare una soluzione
condivisa con una visione a lungo termine che rispetti entrambe le parti. Solo
così sarà possibile garantire un futuro sia per gli orsi sia per le comunità
umane.
sabato 3 febbraio 2024
Puglia: in aumento le aggressioni agli insegnanti
La violenza nelle scuole è un
problema che sta assumendo proporzioni preoccupanti in Puglia. Non solo a
Taranto, dove recentemente un gruppo di genitori ha aggredito un’insegnante
all’uscita da scuola, ma anche a Lucera, nel Foggiano, dove il preside dell’istituto
Bozzini-Fasani, Pasquale Trivisonne, è stato malmenato dalla madre di un
alunno.
Il motivo dell’aggressione non è
ancora chiaro, ma sembra essere legato alla punizione inflitta ad alcuni alunni
che avrebbero aggredito il figlio della donna. L’aggressione è avvenuta
all’interno del cortile della scuola e coinvolge due alunni di prima media che
frequentano la stessa classe. Un terzo studente, di terza media, ha ripreso la
scena con un telefono cellulare.
Il preside ha saputo
dell’accaduto il giorno successivo e ha convocato un consiglio di classe
straordinario per sospenderne le attività scolastiche per cinque giorni sia
all’aggressore che al ragazzo autore del video. Tuttavia, la madre del ragazzo
vittima dell’aggressione, non soddisfatta dalla sanzione comminata ai due, è
entrata nell’istituto eludendo la sorveglianza e ha aggredito il preside con
calci e pugni alla presenza della vice preside, che ha tentato di bloccarla.
Il preside ha dovuto ricorrere
alle cure mediche e ha ricevuto una prognosi di cinque giorni, mentre la vice
preside ha avuto due giorni di prognosi per lo shock subito. Nonostante
l’aggressione, il preside ha sottolineato che la sua unica preoccupazione sono
gli alunni e la salvaguardia degli studenti, e ha ribadito l’importanza di
mantenere alta la guardia sul tema del bullismo.
Questi episodi di violenza mettono in luce la necessità di affrontare il problema del bullismo e della violenza nelle scuole in maniera più efficace. È fondamentale che genitori, insegnanti e dirigenti scolastici lavorino insieme per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti gli studenti. Obiettivo questo non sempre facile, anzi sempre più arduo ai giorni nostri ma non impossibile. Il primo passo da compiere è quello di ricercare una collaborazione tra le due "agenzie di formazione" dei ragazzi. Occorre creare condizioni di condivisione della consapevolezza che la scuola e la famiglia possono e devono collaborare assieme. Attraverso un rapporto che garantisca il rispetto delle diverse competenze e peculiarità e contribuisca ad educare e crescere i cittadini di domani.
venerdì 2 febbraio 2024
Il
CUI, il Codice Unico Identificativo, e la Commedia degli Errori
Milano,
la città della moda, del design e... degli errori di identificazione! Sì, avete
capito bene. Non uno, ma due incredibili errori in soli venti giorni. E tutto
grazie al CUI, il Codice Univoco Identificativo.
Il CUI, una stringa alfanumerica assegnata dai reparti scientifici delle forze dell’ordine al fotosegnalamento e alle impronte digitali di uno straniero, è stato creato per prevenire gli errori di identificazione o false generalità. Ma a quanto pare, a Milano, il CUI non ha dato risultati attendibili. Anzi, ha proprio fallito e fatto uno scambio di persone. Non una ma per ben due volte. Decisamente un po’ troppo per essere considerato attendibile.
La prima vittima di questo incredibile errore è stato un povero uomo bangladese di 35 anni. Immaginatevi la scena: un giorno normale, stai andando al lavoro, e all'improvviso ti ritrovi in prigione. Perché? Perché hai lo stesso nome e la stessa data di nascita di un criminale accusato di rissa aggravata con un morto. Risultato: quattro mesi di ingiusta detenzione in carcere per un errore di identificazione.
Ma non finisce qui. Dopo solo venti giorni, un altro uomo, questa volta un cinese di 53 anni, accusato di ricettazione di telefonini rubati è caduto nello stesso tragico errore di persona. Stesso nome, stessa data di nascita, stessa incredibile coincidenza. Questa volta, però, il CUI ha deciso di essere un po' più clemente: solo quattro giorni di carcere. Una vera e propria… Commedia degli errori giudiziari.
Solo dopo i quattro mesi di detenzione, l’avvocato dell’uomo bangladese, osservando la foto presente sul fascicolo agli atti si è accorta che non era quella del suo assistito.
Per l’uomo cinese, dopo quattro giorni di cella, è stato provvidenziale lo spirito investigativo di un agente penitenziario.
E così, in meno di un mese, il CUI ha dimostrato che, nonostante la sua sofisticata tecnologia e le sue nobili intenzioni, può ancora fare degli errori. E sono errori imperdonabili quando di mezzo c'è la privazione della libertà personale e l'ingiusta detenzione!
Putin fa gli occhi dolci all’Italia e Salvini li chiude su Navalny
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