Visualizzazione post con etichetta Politica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Politica. Mostra tutti i post

sabato 3 giugno 2023

SIAMO IL PAESE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO FIGLIO DI QUELLO CLIMATICO

Il disastro in Emilia Romagna? “ Siamo il paese del dissesto idrogeologico figlio di quello ideologico”. Diventa urgente una politica di adattamento al cambiamento climatico che superi la mera gestione delle emergenze. Gli esperti hanno collegato le recenti piogge mortali nel nord del paese al cambiamento climatico, ma decenni di urbanizzazione e abbandono hanno contribuito a gettare le basi per una calamità. Le cause delle inondazioni sono complesse, compreso lo sviluppo del territorio e le condizioni del terreno. Ma molti esperti in Italia, tra cui Barbara Lastoria, ingegnere idraulico, hanno collegato le due devastanti tempeste che si sono verificate nell'arco di due settimane al cambiamento climatico. La quantità di acqua caduta - circa 50 centimetri di pioggia in 15 giorni, più della metà della media annuale delle precipitazioni nella regione - è stata straordinaria, dicono gli esperti, esacerbata da un mese di siccità che ha lasciato il terreno in difficoltà ad assorbire tutta quella pioggia. Ha gonfiato quasi due dozzine di fiumi e ha inviato miliardi di litri d'acqua che si riversavano nelle strade e in innumerevoli acri di terreno agricolo. Le tempeste hanno trovato terreno fertile per il disastro a causa di eventi sia naturali che umani, comprese decisioni discutibili e decenni di abbandono di alcune infrastrutture. Circa il 70 per cento dell'Emilia-Romagna era già a rischio alluvione - "un fatto ben noto", ha affermato Francesco Violo, presidente del Consiglio nazionale dei geologi. E delle 80.000 frane che sono state mappate lì, diverse centinaia sono state riattivate dalle recenti tempeste, ha aggiunto. E l'opinione diffusa tra geologi e ingegneri idraulici è che l'urbanizzazione della regione negli ultimi decenni non solo ha ridotto lo spazio in cui l'acqua poteva scorrere, ma ha anche contribuito all'affondamento di vaste aree dove l'acqua era stata estratta per mantenere asciutte le fondamenta. I fiumi sono stati incanalati, ristretti, deviati e sepolti per generazioni. I letti dei fiumi e gli argini non sono stati adeguatamente mantenuti; la vegetazione e le tane degli animali hanno argini indeboliti. Molti canali, corsi d'acqua e dighe costruiti nei decenni passati, persino nei secoli, per calmare le acque che scendevano dagli Appennini sono stati in parte trascurati. “Le strutture per l'intercettazione dell'acqua sono state costruite nel corso di molti anni, e anche se molte funzionano ancora, altre devono essere sistemate in termini di adeguamento e manutenzione in modo che possano essere riutilizzate in una configurazione ottimale”, ha affermato la signora Lastoria, che collabora con l'Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Gli esperti dicono che la ricostruzione deve andare di pari passo con misure preventive per mitigare almeno gli effetti di future tempeste. Ma l'Italia è uno dei pochi Paesi a non aver approvato una direttiva della Commissione Europea, il Piano Nazionale di Adattamento, che obbliga tutti i Paesi membri dell'Unione Europea ad adottare politiche per ridurre la propria vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Questa indifferenza pone la valutazione e la prevenzione del rischio “fuori dall'agenda politica”, ha affermato Erasmo D'Angelis, l'ex capo di Safe Italy, un'organizzazione governativa, che ha valutato tali rischi e stanziato fondi per compensarli. “Deve partire subito un grande progetto nazionale di opere pubbliche per garantire la sicurezza di milioni di cittadini”, ha detto, “senza contare un enorme patrimonio industriale e culturale”. Per affrontare le sfide del cambiamento climatico, alcuni esperti hanno suggerito di fermare il consumo di suolo e di riqualificare o bonificare aree abbandonate, inquinate o degradate. Laddove la nuova costruzione è ritenuta inevitabile, dicono, dovrebbe tener conto delle condizioni idrauliche esistenti e garantire che vengano mantenute dopo il completamento. Ma questo è solo l'ultima delle calamità meteorologiche che hanno colpito l’Italia. Solo sei mesi fa, una frana provocata da una forte pioggia ha causato la morte di 12 persone ad Ischia. Nelle Marche altre undici persone sono state uccise lo scorso settembre a causa di alluvioni. Nell’ estate scorsa, una valanga di ghiaccio sulle Alpi provocata dall’ondata di caldo e siccità ha travolto 11 persone. Ma è di tutta evidenza come in tutt’Europa, con l'aumentare delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, siano aumentate anche le condizioni meteorologiche estreme. Basti ricordare gli anni consecutivi di siccità che hanno colpito gli agricoltori in Spagna e nel sud della Francia, mentre l'anno scorso si sono verificate ondate di caldo record in tutt’ Europa. Che la particolare configurazione geografia della penisola, renda l’Italia più facilmente vulnerabile ai disastri climatici, è ormai un giudizio condiviso da molti esperti e scienziati. Inoltre, la sua variegata geologia la rende soggetta a inondazioni e frane, mentre il rapido riscaldamento dei mari su entrambi i lati la rende vulnerabile a tempeste sempre più potenti, a causa dell'aumento delle temperature. Dunque, l’Italia ha già iniziato a soffrire gli effetti della crisi climatica che in precedenza hanno colpito il sud del pianeta e che ora si affacciano anche sul resto dell’Europa. La Coldiretti, sostiene che il numero di eventi meteorologici estremi registrati nell’estate scorsa, tornado, grandine gigante e fulmini, è stato cinque volte il numero registrato dieci anni fa. A subire i danni maggiori dei disastri climatici sono gli agricoltori che solo nell’ultimo anno hanno subito un calo nei raccolti pari al 45%. Il WWF Italia denuncia che l'eliminazione delle foreste e della vegetazione che assorbono l'acqua lungo le sponde dei fiumi(ben 23 fiumi hanno esondato) ha amplificato il disastro avvenuto in Emilia-Romagna. Gli esperti sono certi che questo sia il risultato di anni di edilizia selvaggia e incontrollata e di agricoltura attuata scala industriale a cui la politica non ha saputo contrapporre dei piani, delle strategie e controlli idonei a porre dei limiti utili a prevenire i disastri attuali. Le catastrofi che si susseguono nei nostri territori sono una delle molteplici e nefaste conseguenze di decenni di colpevole assenza di adeguati interventi da parte della politica. Non è più tempo di limitarsi alla mera gestione dell’ emergenze ma bisogna predisporre tutti gli strumenti idonei a contenere ed affrontare i nuovi mutamenti climatici in atto. Il ministero dell'ambiente ha pubblicato il primo piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici del paese, solo nel dicembre 2022, con ben quattro anni di ritardo. Sembrano profetiche le parole e gli appelli che, un politico visionario e lungimirante come Marco Pannella, già molti decenni or sono rivolgeva alla classe dirigente e alle istituzioni: “ Siamo il paese del dissesto idrogeologico figlio di quello ideologico”. E in questa provocazione vi era già tutto ciò che sarebbe potuto accadere. Michele Macelletti

giovedì 14 maggio 2020

LA LIBERAZIONE DI SILVIA ROMANO E LE INUTILI SCENEGGIATE POLITICHE.




"Ho studiato abbastanza il terrorismo per sapere quanto sia efficiente nelle sue comunicazioni e nello sfruttare ogni occasione favorevole. Penso che, con ogni probabilità, Silvia Romano sia stata liberata non solo con riscatto, ma anche sotto ricatto”. L’analisi del generale Carlo Jean

In Italia tutto viene messo in politica. Il risultato sono pagliacciate. Da parte dei “cretini di turno” con le critiche alla conversione della ragazza e alla somma pagata, negata dal nostro ineffabile ministro degli Esteri, con la stessa “faccia di tolla” con cui smentiva di sapere che l’azienda di cui possiede al 50% avesse lavoratori in nero. Dal governo, con la miserrima – a parer mio “miserabile” – passerella fatta a Ciampino per ricevere Silvia Romano. Tanto di cappello al senso dell’onore e della dignità del ministro della difesa Guerini che ha rifiutato di partecipare a tale indegna sceneggiata ”borbonica”. Sapeva bene quanto male essa facesse al prestigio internazionale dell’Italia, ma se ne è chiaramente fregato…
Detto questo, sia i “soliti idioti” che se la prendono con la ragazza sia parte del governo hanno cercato di sfruttare l’occasione per guadagnare consenso. Non esiste differenza etica fra i due. Ma restano molti interrogativi. I liberatori di Silvia e certamente anche la ragazza non sono dei cretini. Erano sicuramente consapevoli dell’intenzione di riceverla in pompa magma. Ne hanno informato il governo. Per amore della “passerella” esso se ne è fregato e ha organizzato un comitato d’accoglienza, per celebrare la sua gloria. Le sue immagini avrebbero fatto il giro del mondo. Nei paesi civilizzati hanno a ragione suscitato disprezzo e sarcasmo. Sono poi state abilmente sfruttate dalla propaganda jihadista.
Allora, perché nostri governanti si sono prestati al gioco? Ho studiato abbastanza il terrorismo per sapere quanto sia efficiente nelle sue comunicazioni e nello sfruttare ogni occasione favorevole e quanto curi i particolari per evitare effetti boomerang. Penso che, con ogni probabilità, Silvia Romano sia stata liberata non solo con riscatto, ma anche sotto ricatto. Se non si fosse comportata come detto dai suoi carcerieri, essi avrebbero giustiziato qualche ostaggio, suo compagno di prigionia. Questo spiega anche perché i drones Usa schierati nel Corno d’Africa non abbiano bombardato per rappresaglia il villaggio in cui si trovava, tanto per dire allo Shabab di non “scherzare” troppo.
Se nei confronti della ragazza vanno usati il massimo rispetto e comprensione, essi non possono esserlo nei confronti dei “pagliacci”, che indegnamente ci rappresentano e che hanno scelto di esibirsi nella sceneggiata di Ciampino, noncuranti del danno che facevano a tutti noi.

14 MAGGIO 2020

Putin fa gli occhi dolci all’Italia e Salvini li chiude su Navalny

Putin fa gli occhi dolci all’Italia e Salvini li chiude su Navalny Putin si dichiara innamorato dell’Italia e la invita a collaborare...