TRENTINO: NON C'E' ANCORA PACE PER GLI ORSI
L’orso M 90 si era avvicinato troppo a una coppia di escursionisti ed era già stato definito "pericoloso". Durissime le proteste degli ambientalisti. Critico anche il ministro dell'Ambiente
Nelle scorse settimane, l’orso M 90 aveva destato forte preoccupazione in Trentino, avvicinandosi troppo a una coppia di fidanzati intenti a fare una escursione su di una strada forestale in Val di Sole. In precedenza, erano state segnalate numerose sue incursioni in alcuni centri abitati. Così, ieri 6 febbraio, il Presidente del Trentino Fugatti non ha esitato a firmare subito l’ordinanza di abbattimento, scatenando una serie di polemiche.
Le proteste degli ambientalisti, delle associazioni animaliste e
della parlamentare Michela Vittoria Brambilla, da sempre strenua sostenitrice dei diritti degli animali, sono state immediate e durissime.
Anche il Ministro dell’Ambiente ha espresso critiche, invitando a trovare
soluzioni e misure alternative all’abbattimento. Le associazioni animaliste
sostengono che l’abbattimento non dovrebbe essere la soluzione. Invece, si
dovrebbero esplorare altre opzioni, come il miglioramento delle misure di
sicurezza nei centri abitati e l’educazione del pubblico sulla convivenza pacifica
con la fauna selvatica.
La coesistenza tra uomo e animali
selvatici richiede un’informazione capillare. L’orso, per sua natura, ha
bisogno di ampi habitat naturali, quindi garantirne la sopravvivenza significa
garantire la buona salute di un territorio. Ciò che molte voci critiche trovano
dissonante è il tentativo di fare coesistere progetti di ripopolamento dei
grandi carnivori (come in Trentino) e poi la pretesa che gli orsi non si
comportino da orsi.
La questione è complessa e non
esiste una soluzione univoca. È necessario un approccio equilibrato che tenga
conto sia della sicurezza delle persone sia della conservazione della fauna
selvatica. Potrebbe essere utile investire in misure preventive, come
recinzioni elettrificate, sistemi di allarme e programmi di educazione
pubblica. Allo stesso tempo, è fondamentale lavorare per la conservazione degli
habitat naturali e per la creazione di corridoi ecologici che permettano agli
orsi di spostarsi senza entrare in conflitto con le attività umane.
In conclusione, la questione
richiede un equilibrio delicato tra la sicurezza umana e la conservazione della
fauna selvatica. È necessario un dialogo costruttivo per trovare una soluzione
condivisa con una visione a lungo termine che rispetti entrambe le parti. Solo
così sarà possibile garantire un futuro sia per gli orsi sia per le comunità
umane.