mercoledì 7 febbraio 2024


 TRENTINO: NON C'E' ANCORA PACE PER GLI ORSI

 L’orso M 90 si era avvicinato troppo a una coppia di escursionisti ed era già stato definito "pericoloso". Durissime le proteste degli ambientalisti. Critico anche il ministro dell'Ambiente

Il plantigrado, un giovane esemplare di due anni e mezzo, che già nel 2023 era stato munito di radiocollare a seguito di sue incursioni nei centri abitati, è stato prelevato e abbattuto dalle guardie del Corpo Forestale.

Nelle scorse settimane, l’orso M 90 aveva destato forte preoccupazione in Trentino, avvicinandosi troppo a una coppia di fidanzati intenti a fare una escursione su di una strada forestale in Val di Sole. In precedenza, erano state segnalate numerose sue incursioni in alcuni centri abitati. Così, ieri 6 febbraio, il Presidente del Trentino Fugatti non ha esitato a firmare subito l’ordinanza di abbattimento, scatenando una serie di polemiche.

Le proteste degli ambientalisti, delle associazioni animaliste e della parlamentare Michela Vittoria Brambilla, da sempre strenua sostenitrice dei diritti degli animali,  sono state immediate e durissime. Anche il Ministro dell’Ambiente ha espresso critiche, invitando a trovare soluzioni e misure alternative all’abbattimento. Le associazioni animaliste sostengono che l’abbattimento non dovrebbe essere la soluzione. Invece, si dovrebbero esplorare altre opzioni, come il miglioramento delle misure di sicurezza nei centri abitati e l’educazione del pubblico sulla convivenza pacifica con la fauna selvatica.

La coesistenza tra uomo e animali selvatici richiede un’informazione capillare. L’orso, per sua natura, ha bisogno di ampi habitat naturali, quindi garantirne la sopravvivenza significa garantire la buona salute di un territorio. Ciò che molte voci critiche trovano dissonante è il tentativo di fare coesistere progetti di ripopolamento dei grandi carnivori (come in Trentino) e poi la pretesa che gli orsi non si comportino da orsi.

La questione è complessa e non esiste una soluzione univoca. È necessario un approccio equilibrato che tenga conto sia della sicurezza delle persone sia della conservazione della fauna selvatica. Potrebbe essere utile investire in misure preventive, come recinzioni elettrificate, sistemi di allarme e programmi di educazione pubblica. Allo stesso tempo, è fondamentale lavorare per la conservazione degli habitat naturali e per la creazione di corridoi ecologici che permettano agli orsi di spostarsi senza entrare in conflitto con le attività umane.

In conclusione, la questione richiede un equilibrio delicato tra la sicurezza umana e la conservazione della fauna selvatica. È necessario un dialogo costruttivo per trovare una soluzione condivisa con una visione a lungo termine che rispetti entrambe le parti. Solo così sarà possibile garantire un futuro sia per gli orsi sia per le comunità umane.

sabato 3 febbraio 2024


 Puglia: in aumento le aggressioni agli insegnanti

 

La violenza nelle scuole è un problema che sta assumendo proporzioni preoccupanti in Puglia. Non solo a Taranto, dove recentemente un gruppo di genitori ha aggredito un’insegnante all’uscita da scuola, ma anche a Lucera, nel Foggiano, dove il preside dell’istituto Bozzini-Fasani, Pasquale Trivisonne, è stato malmenato dalla madre di un alunno.

Il motivo dell’aggressione non è ancora chiaro, ma sembra essere legato alla punizione inflitta ad alcuni alunni che avrebbero aggredito il figlio della donna. L’aggressione è avvenuta all’interno del cortile della scuola e coinvolge due alunni di prima media che frequentano la stessa classe. Un terzo studente, di terza media, ha ripreso la scena con un telefono cellulare.

Il preside  ha saputo dell’accaduto il giorno successivo e ha convocato un consiglio di classe straordinario per sospenderne le attività scolastiche per cinque giorni sia all’aggressore che al ragazzo autore del video. Tuttavia, la madre del ragazzo vittima dell’aggressione, non soddisfatta dalla sanzione comminata ai due, è entrata nell’istituto eludendo la sorveglianza e ha aggredito il preside con calci e pugni alla presenza della vice preside, che ha tentato di bloccarla.

Il preside ha dovuto ricorrere alle cure mediche e ha ricevuto una prognosi di cinque giorni, mentre la vice preside ha avuto due giorni di prognosi per lo shock subito. Nonostante l’aggressione, il preside ha sottolineato che la sua unica preoccupazione sono gli alunni e la salvaguardia degli studenti, e ha ribadito l’importanza di mantenere alta la guardia sul tema del bullismo.

Questi episodi di violenza mettono in luce la necessità di affrontare il problema del bullismo e della violenza nelle scuole in maniera più efficace. È fondamentale che genitori, insegnanti e dirigenti scolastici lavorino insieme per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti gli studenti. Obiettivo questo non sempre facile, anzi sempre più arduo ai giorni nostri ma non impossibile.  Il primo passo da compiere è quello di ricercare una collaborazione tra le due "agenzie di formazione" dei ragazzi. Occorre creare condizioni di condivisione della consapevolezza che la scuola e la famiglia possono e devono collaborare assieme. Attraverso un rapporto che garantisca il rispetto delle diverse competenze e peculiarità e contribuisca ad educare e crescere i cittadini di domani.

  

 

venerdì 2 febbraio 2024

 

Il CUI, il Codice Unico Identificativo, e la Commedia degli Errori


Milano, la città della moda, del design e... degli errori di identificazione! Sì, avete capito bene. Non uno, ma due incredibili errori in soli venti giorni. E tutto grazie al CUI, il Codice Univoco Identificativo.

 Il CUI, una stringa alfanumerica assegnata dai reparti scientifici delle forze dell’ordine al fotosegnalamento e alle impronte digitali di uno straniero, è stato creato per prevenire gli errori di identificazione o false generalità. Ma a quanto pare, a Milano, il CUI non ha dato risultati attendibili. Anzi, ha proprio fallito e fatto uno scambio di persone. Non una ma per ben due volte. Decisamente un po’ troppo per essere considerato attendibile.

 La prima vittima di questo incredibile errore è stato un povero uomo bangladese di 35 anni. Immaginatevi la scena: un giorno normale, stai andando al lavoro, e all'improvviso ti ritrovi in prigione. Perché? Perché hai lo stesso nome e la stessa data di nascita di un criminale accusato di rissa aggravata con un morto. Risultato: quattro mesi di ingiusta detenzione in carcere per un errore di identificazione.

 Ma non finisce qui. Dopo solo venti giorni, un altro uomo, questa volta un cinese di 53 anni, accusato di ricettazione di telefonini rubati è caduto nello stesso tragico errore di persona. Stesso nome, stessa data di nascita, stessa incredibile coincidenza. Questa volta, però, il CUI ha deciso di essere un po' più clemente: solo quattro giorni di carcere. Una vera e propria… Commedia degli errori giudiziari.

 Solo dopo i quattro mesi di detenzione, l’avvocato dell’uomo bangladese, osservando la foto presente sul fascicolo agli atti si è accorta che non era quella del suo assistito.

 Per l’uomo cinese, dopo quattro giorni di cella, è stato provvidenziale lo spirito investigativo di un agente penitenziario.

 E così, in meno di un mese, il CUI ha dimostrato che, nonostante la sua sofisticata tecnologia e le sue nobili intenzioni, può ancora fare degli errori. E sono errori imperdonabili quando di mezzo c'è la privazione della libertà personale e l'ingiusta detenzione!



Tags. #errorigiudiziari, #libertàpersonale


giovedì 1 febbraio 2024


Per il neo Procuratore Generale di Bari è allarme corruzione

 L'inaugurazione dell'anno giudiziario è un evento importante che segna l'inizio di un nuovo anno di lavoro per il sistema giudiziario.

Quest'anno, l'evento è stato segnato da un forte messaggio contro la corruzione, inviato da Leonardo Leone De Castris, nuovo Procuratore Generale di Bari.

Una parte del suo intervento ha suscitato molta attenzione perchè ha toccato un tema molto attuale: le prossime tornate elettorali.  Si è trattato di vero e proprio  appello rivolto direttamente alla politica affinchè, in vista delle imminenti elezioni amministrative ed europee, le candidature siano "soppesate bene". Chiaro messaggio ai dirigenti dei partiti a voler valutare con estrema attenzione i profili dei futuri candidati. 

Le indagini, ha ricordato infatti , spesso hanno dimostrato come in Puglia siano emersi pericolosi contatti tra la criminalità e candidati, allo scopo di vendere ed acquistare voti e minare quindi la democrazia. 

Il fenomeno della violenza minorile e il dramma dei suicidi in carcere sono state poi le altre emergenze da affrontare. Insomma, tutte cose di non poco conto.

Mi sembra un buon inizio. Buon lavoro Procuratore!

 

venerdì 9 giugno 2023

Kim Jong vieta il suicidio. È contro il socialismo!

Corea del Nord, Kim Jong vieta il suicidio: "è tradimento contro il socialismo".
Il dittatore nord coreano ha emesso un ordine segreto che vieta il suicidio, definendo l'atto come "tradimento contro il socialismo" e ha ordinato ai governi locali di adottare misure preventive volte ad arginare il dilagare dei suicidi. Secondo Radio Free Asia, nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, quest’anno i suicidi sono aumentati del 40% rispetto allo scorso anno. Causa dei gesti disperati ,che in alcuni casi hanno coinvolto anche interi nuclei familiari, sono le condizioni di estrema difficoltà economica ed estrema indigenza e malnutrizione che da anni affliggono la popolazione del Paese. Una crisi alimentare che è in continuo peggioramento con una carenza cronica di cibo che ha fatto innalzare l’ indice di malnutrizione a circa la metà dei cittadini nord coreani .Di fronte alla disperazione della gente dovuta alla povertà e alla fame, nessuna contromisura governativa di prevenzione riesce a porre argine al triste fenomeno dei suicidi. L’ordine segreto di Kim Jong appare dunque, come l’ennesima follia di un cinico despota.

sabato 3 giugno 2023

Caso Palamara e la crisi di un sistema marcio.



IL CASO PALAMARA E LA CRISI DEL SISTEMA GIUSTIZIA :RIPARTIAMO DALL'ART.111 DELLA COSTITUZIONE

L’esplosione del caso Palamara ha provocato un terremoto con effetti devastanti  per l’intero ordine giudiziario. I fatti venuti alla luce pongono, in tutta la loro manifesta gravità, un “vulnus”che sta all’origine dei tanti mali che affliggono il sistema giudiziario italiano.

E’ utile ricordare quanto recita l’articolo 111 della: “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”. Non puo’ apparire cosa del tutto irrilevante, il fatto che i nostri  Padri Costituenti abbiamo voluto utilizzare assieme all’aggettivo “imparziale” anche quello di “terzo”. Il motivo risiede nel voler esplicitare in maniera chiara e inequivocabile quali sono gli attori del processo: l’accusa, la difesa e il giudice che emette la sentenza. E dunque, alla luce della lettura dell’articolo della Carta Costituzionale, il giudice, per essere “terzo ed imparziale” non può avere niente a che fare né con l’accusa né con la difesa. Il cuore del problema è tutto qui: il giudice inquirente e quello giudicante devono essere cose separate.
Il quadro che emerge dalla famosa chat-Palamara fornisce una chiara ed amara rappresentazione di come funzionano le cose all’interno del sistema dei poteri della Magistratura. Le nomine del Csm, avvengono di fatto, gestite e concordate durante cene ed incontri conviviali tra giudici e Pm. Un metodo che nulla ha a che fare con giudizi i di merito, ma basato solo su logiche spartitorie e relazioni di potere molto simili a quelle di una ”loggia”.  Un sistema che ruota attorno al suo cuore pulsante che è il Csm, dominato da una maggioranza composta da giudici Pm.
Eppure, l’art 111 della Costituzione dice altro.

La terzietà, l’imparzialità, e dunque anche l’indipendenza del giudice, sono di fatto minate da un meccanismo che privilegia il ruolo e il potere dei Pm a discapito del giudice. 
La terzietà di un giudice viene, inevitabilmente compromessa  quando  deve rispondere della sua professionalità davanti a un Csm composto in maggioranza di Pm, se è iscritto alla stessa associazione di categoria del Pm e se fa parte della stessa corporazione cui appartiene anche il magistrato inquirente.
E per come oggi funzionano le cose, il giudice non solo non è terzo ma, assai spesso, non è neppure indipendente. L’assenza della separazione delle carriere colpisce al cuore l’indipendenza della magistratura giudicante che deve essere necessariamente indipendente. 

Il Presidente della Repubblica,nei giorni scorsi, ha invitato i giovani magistrati a: "Non ispirarsi alla logica corrente, a non cercare il potere e il consenso, ma ad essere fedeli solo alla Costituzione". E ha chiesto al Parlamento e al Governo di intervenire per riformare la giustizia e porre fine alla degenerazione del sistema.  Sabino Cassese, noto ed autorevole intellettuale, è giunto a denunciare l’illegalità nel quale versa il nostro sistema giudiziario del Paese: “ le Procure sono di fatto diventate un quarto potere, al quale il sistema giudiziario si è dovuto piegare”. Per “ritornare alla Costituzione” urge una riforma che metta fine alla pericolosa anomalia di un quarto potere incontrollabile.

La separazione delle carriere appare essere una proposta ragionevole per riformare radicalmente la giustizia e ricondurre nell’alveo della legalità il sistema.
Alla Camera esiste una legge di iniziativa popolare, sottoscritta tre anni fa da ben 74 mila cittadini italiani, che chiede la separazione delle carriere dei magistrati.
L’Aula della Camera dei Deputati è chiamata ha discuterne il 29 giugno.
Saprà la Politica far pesare il suo ruolo per riformare un sistema degenerato e fuori controllo?
Questo non lo sappiamo.
Possiamo di certo sperarlo.
Sappiamo cosa ne pensano Davigo e Travaglio….

SIAMO IL PAESE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO FIGLIO DI QUELLO CLIMATICO

Il disastro in Emilia Romagna? “ Siamo il paese del dissesto idrogeologico figlio di quello ideologico”. Diventa urgente una politica di adattamento al cambiamento climatico che superi la mera gestione delle emergenze. Gli esperti hanno collegato le recenti piogge mortali nel nord del paese al cambiamento climatico, ma decenni di urbanizzazione e abbandono hanno contribuito a gettare le basi per una calamità. Le cause delle inondazioni sono complesse, compreso lo sviluppo del territorio e le condizioni del terreno. Ma molti esperti in Italia, tra cui Barbara Lastoria, ingegnere idraulico, hanno collegato le due devastanti tempeste che si sono verificate nell'arco di due settimane al cambiamento climatico. La quantità di acqua caduta - circa 50 centimetri di pioggia in 15 giorni, più della metà della media annuale delle precipitazioni nella regione - è stata straordinaria, dicono gli esperti, esacerbata da un mese di siccità che ha lasciato il terreno in difficoltà ad assorbire tutta quella pioggia. Ha gonfiato quasi due dozzine di fiumi e ha inviato miliardi di litri d'acqua che si riversavano nelle strade e in innumerevoli acri di terreno agricolo. Le tempeste hanno trovato terreno fertile per il disastro a causa di eventi sia naturali che umani, comprese decisioni discutibili e decenni di abbandono di alcune infrastrutture. Circa il 70 per cento dell'Emilia-Romagna era già a rischio alluvione - "un fatto ben noto", ha affermato Francesco Violo, presidente del Consiglio nazionale dei geologi. E delle 80.000 frane che sono state mappate lì, diverse centinaia sono state riattivate dalle recenti tempeste, ha aggiunto. E l'opinione diffusa tra geologi e ingegneri idraulici è che l'urbanizzazione della regione negli ultimi decenni non solo ha ridotto lo spazio in cui l'acqua poteva scorrere, ma ha anche contribuito all'affondamento di vaste aree dove l'acqua era stata estratta per mantenere asciutte le fondamenta. I fiumi sono stati incanalati, ristretti, deviati e sepolti per generazioni. I letti dei fiumi e gli argini non sono stati adeguatamente mantenuti; la vegetazione e le tane degli animali hanno argini indeboliti. Molti canali, corsi d'acqua e dighe costruiti nei decenni passati, persino nei secoli, per calmare le acque che scendevano dagli Appennini sono stati in parte trascurati. “Le strutture per l'intercettazione dell'acqua sono state costruite nel corso di molti anni, e anche se molte funzionano ancora, altre devono essere sistemate in termini di adeguamento e manutenzione in modo che possano essere riutilizzate in una configurazione ottimale”, ha affermato la signora Lastoria, che collabora con l'Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Gli esperti dicono che la ricostruzione deve andare di pari passo con misure preventive per mitigare almeno gli effetti di future tempeste. Ma l'Italia è uno dei pochi Paesi a non aver approvato una direttiva della Commissione Europea, il Piano Nazionale di Adattamento, che obbliga tutti i Paesi membri dell'Unione Europea ad adottare politiche per ridurre la propria vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Questa indifferenza pone la valutazione e la prevenzione del rischio “fuori dall'agenda politica”, ha affermato Erasmo D'Angelis, l'ex capo di Safe Italy, un'organizzazione governativa, che ha valutato tali rischi e stanziato fondi per compensarli. “Deve partire subito un grande progetto nazionale di opere pubbliche per garantire la sicurezza di milioni di cittadini”, ha detto, “senza contare un enorme patrimonio industriale e culturale”. Per affrontare le sfide del cambiamento climatico, alcuni esperti hanno suggerito di fermare il consumo di suolo e di riqualificare o bonificare aree abbandonate, inquinate o degradate. Laddove la nuova costruzione è ritenuta inevitabile, dicono, dovrebbe tener conto delle condizioni idrauliche esistenti e garantire che vengano mantenute dopo il completamento. Ma questo è solo l'ultima delle calamità meteorologiche che hanno colpito l’Italia. Solo sei mesi fa, una frana provocata da una forte pioggia ha causato la morte di 12 persone ad Ischia. Nelle Marche altre undici persone sono state uccise lo scorso settembre a causa di alluvioni. Nell’ estate scorsa, una valanga di ghiaccio sulle Alpi provocata dall’ondata di caldo e siccità ha travolto 11 persone. Ma è di tutta evidenza come in tutt’Europa, con l'aumentare delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, siano aumentate anche le condizioni meteorologiche estreme. Basti ricordare gli anni consecutivi di siccità che hanno colpito gli agricoltori in Spagna e nel sud della Francia, mentre l'anno scorso si sono verificate ondate di caldo record in tutt’ Europa. Che la particolare configurazione geografia della penisola, renda l’Italia più facilmente vulnerabile ai disastri climatici, è ormai un giudizio condiviso da molti esperti e scienziati. Inoltre, la sua variegata geologia la rende soggetta a inondazioni e frane, mentre il rapido riscaldamento dei mari su entrambi i lati la rende vulnerabile a tempeste sempre più potenti, a causa dell'aumento delle temperature. Dunque, l’Italia ha già iniziato a soffrire gli effetti della crisi climatica che in precedenza hanno colpito il sud del pianeta e che ora si affacciano anche sul resto dell’Europa. La Coldiretti, sostiene che il numero di eventi meteorologici estremi registrati nell’estate scorsa, tornado, grandine gigante e fulmini, è stato cinque volte il numero registrato dieci anni fa. A subire i danni maggiori dei disastri climatici sono gli agricoltori che solo nell’ultimo anno hanno subito un calo nei raccolti pari al 45%. Il WWF Italia denuncia che l'eliminazione delle foreste e della vegetazione che assorbono l'acqua lungo le sponde dei fiumi(ben 23 fiumi hanno esondato) ha amplificato il disastro avvenuto in Emilia-Romagna. Gli esperti sono certi che questo sia il risultato di anni di edilizia selvaggia e incontrollata e di agricoltura attuata scala industriale a cui la politica non ha saputo contrapporre dei piani, delle strategie e controlli idonei a porre dei limiti utili a prevenire i disastri attuali. Le catastrofi che si susseguono nei nostri territori sono una delle molteplici e nefaste conseguenze di decenni di colpevole assenza di adeguati interventi da parte della politica. Non è più tempo di limitarsi alla mera gestione dell’ emergenze ma bisogna predisporre tutti gli strumenti idonei a contenere ed affrontare i nuovi mutamenti climatici in atto. Il ministero dell'ambiente ha pubblicato il primo piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici del paese, solo nel dicembre 2022, con ben quattro anni di ritardo. Sembrano profetiche le parole e gli appelli che, un politico visionario e lungimirante come Marco Pannella, già molti decenni or sono rivolgeva alla classe dirigente e alle istituzioni: “ Siamo il paese del dissesto idrogeologico figlio di quello ideologico”. E in questa provocazione vi era già tutto ciò che sarebbe potuto accadere. Michele Macelletti

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